Te ne stavi da sempre seduto lì a premere armoniosamente i tuoi tasti bianchi e neri. E mi incantavi.
Ti odio perché costruirvi diligentemente una profonda connessione tra noi... la stessa simbiosi quasi spaventosamente perfetta.
Eri così reale da far male... Come adesso. E proprio come allora ti chiedo di sparire, di annegare nella realtà che amaramente mi separa da te e dalla tua feroce dolcezza.
Ti odio quando affondi il coltello in quelle mie piaghe mai rimarginate per poi estrarlo con elegante indifferenza ogni volta che decidi di allontanarti da me.
Ti odio perché stavolta sono io a morire.
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